XV Bienal de flamenco, Teatro la Maestranza, Café de Chinitas.



Caro lettore,

Purtroppo se sono qui a raccontarti quello che ho visto é perché tu ancora non hai avuto la possibilitá di assistere a una rappresentazione di Café de Chinitas. Mi auguro che qualche programmatore italiano, colto da illuminazione, decida presto di invitare la compañía del Ballet Nacional de España nella tua cittá.
Me lo auguro davvero con tutto il cuore perché tu stesso possa gioire della perfezione formale della coreografia, unita alla grazia di piccoli gesti, come ad esempio il braceo, che danno al movimento un tocco di precisione e delicatezza, talmente volteggianti nel rigore, da raggiungere l’euforia ipnotica: il sogno si confonde con la realtá, la fantasia con la tenerezza, si perde quasi il controllo di sé e la normale distinzione tra “io” e l’altro si sgretola complice, probabilmente, anche la sospensione sognante dell’immensa scenografia, firmata da Dalí, con sveglie spezzate che gallaggiano nell’aria come pesci in attesa della luce.
Uno spettacolo che nasce dall’esigenza di ridare vita teatrale alle scenografie, tutte di Dalí, composte per un celebre spettacolo che si rappresentó a New York con la Argentinita al cante, ha sicuramente contribuito a creare una tensione continua tra il piccolo spazio del corpo in movimento e gli immensi disegni onirici che creano una vera e propria sospensione del movimento. Una sospensione metafisica su un roteante avvicendarsi di vueltas e remates, llamadas e zapateados.
Nello spettacolo i testi appartengono all’antologia popolare raccolta da Garcia Lorca. La regia é del coreografo José Antonio al quale, a parte il successo della rappresentazione, va assegnato il merito di aver invitato la grandissima cantaora Esperanza Fernández.

Martina Banchetti

Links

Sul flamenco
http://www.bienal-flamenco.org/

Su Dalí
www.lovecolors.net/.../2007/07/salvador-dali.jpg

Commenti

contemporanea ha detto…
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